IDEALISMO

IDEALISMO


Una corrente filosofica tra le più importanti è l'idealismo tedesco che si sviluppa a cavallo tra il diciottesimo e il diciannovesimo secolo. L'idealismo tedesco si colloca nel periodo post-kantiano dello sviluppo filosofico e vede come suoi maggiori fondatori e interpreti Fichte, Schelling ed Hegel.




L'idealismo tedesco parte da una critica della concezione del noumeno kantiano. La cosa in sé è posta come limite invalicabile della conoscenza, ciò che l'uomo non potrà mai conoscere direttamente per mezzo dell'esperienza, l'uomo può solo conoscerne l'esistenza, ma non l'esatta forma e l'esatto aspetto. Ma proprio questa conoscenza del noumeno contraddice la sua stessa inconoscibilità: è vero che non possiamo conoscere l'aspetto noumenico delle cose, ma è anche vero che possiamo affermare la sua esistenza.


La dottrina idealistica parte quindi da questa contraddizione per affermare che proprio perché può essere pensata, la cosa in sé non può rimanere "chiusa in sé", totalmente inconoscibile, ma rientra, una volta pensata, nelle cose conosciute. E' da questa negazione della cosa in sé, quindi, che l'idealismo tedesco può affermare che il pensiero è l'Assoluto, ovvero il pensiero è la stessa realtà. Una volta considerato che il noumeno non esiste, e quindi non vi è alcuna limitazione, alcun oggetto inconoscibile aldilà della capacità di pensiero, il pensiero diventa esso stesso tutto ciò che esiste.


Per l'idealismo il pensiero è già realtà, il pensiero contiene già la realtà di ogni cosa, perché non vi è alcuna cosa aldilà di esso. Ecco perché il pensiero è l'Assoluto stesso, è la totalità delle cose, ciò aldilà del quale non vi è nient'altro.


Riassumendo, mentre il pensiero per Kant e per tutti i filosofi pre-idealisti era lo strumento attraverso il quale interpretare una realtà a sé, con l'idealismo il pensiero diventa egli stesso lo Strumento, in grado di prodursi e porsi da sé.


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